(ESTRATTA dal filmato di “A tutto Grifo”)
Non ci stancheremo mai di sostenere un concetto, benché banale: il calcio è, forse, la “scienza” più bella di tutte! È vero, dico, perché è una tra le poche materie opinabili di conversazione; è possibile, infatti, scindere il dato oggettivo dalla considerazione aperta a molteplici interpretazioni. Nella fattispecie, per quanto ci riguarda, il primo gol incassato a Perugia, ad opera di Mazzeo al 13’ del secondo tempo, è stato convalidato nonostante un’evidente posizione di fuorigioco, che ai più sarà sfuggita in tempo reale ma, nel rivedere in tv, è emersa con tutte le scarpe. Questo è il dato oggettivo. Il parere opinabile (in questo caso, di chi sta scrivendo e di molti, come lui) è che la nostra amata squadra, non ha fatto granché per meritare la vittoria (quello sarebbe stato eccessivo) o il pareggio. Ora, ci permettiamo di sostenere questa cosa, consapevoli di tirarci addosso pareri discordanti (leciti, per carità) e magari qualche comprensibile “macchiccazzucunti?!”. Però, riflettiamo insieme, ponendo un paragone: il Napoli, oggettivamente, aldilà del netto divario tecnico, strameritava di battere il Torino. Ma la vittoria, com’è arrivata? Grazie a due dubbi (e “dubbi” è voler dire poco) calci di rigore: prima l’olandese Mertens và giù al minimo contatto (anche questo a “velocità normale”, pareva netto) e poi, un altro penalty per un presunto gomito alto di un giocatore granata, sul quale la palla impatta da un metro di distanza (ma quello che doveva fare, amputarsi il braccio?). I partenopei hanno vinto 2 a 0 con due rigori a favore ma il tecnico del Toro, Ventura, non proprio l’ultimo arrivato, da gran Signore del ‘Calcio’ (quello vero, fatto di sacrifici, gavetta e senza gli ‘occhi di bue’ della notorietà), ha stigmatizzato, concentrandosi sulla prestazione della sua squadra. Morale della favola: il Torino ha comunque meritato di perdere, indipendentemente dal come siano arrivati i gol subiti. Giusto.
Dunque, il Catanzaro ha un grande Presidente, una strepitosa tifoseria, un mister preparato, un ottimo collettivo: il tifoso di una grande squadra non dovrebbe attaccarsi al “gol in fuorigioco” o ad altro. Un primo tempo di studio reciproco, non vibrante e coinvolgente come preannunciava la partita, visti i valori in campo; una ripresa che ha visto il Perugia imporre il suo ritmo, agevolato anche dall’espulsione del perno difensivo giallorosso, il nostro capitano Ferraro, con un Catanzaro inconsistente ed evanescente, salvo poi ritrovare la punta d’orgoglio e l’ardore di chi è ferito e non vuole perdere, verso i minuti finali, provando a rimontare, dopo il gol di Fioretti.
Perugia – Catanzaro è stata condizionata da episodi determinanti, è vero, però “Noi siamo il Catanzaro”, per l’appunto: si fa tesoro di questa sconfitta – la prima-, e si volta pagina, si và avanti. Domenica al “Ceravolo” di scena il Pontedera che, da matricola terribile in partenza, adesso avanza imperterrita verso il vertice, nonostante l’incredibile ‘scoppola’ di Frosinone, giorni fa. Un Pontedera guidato da un bravo mister, quell’Indiani accostato più volte alla causa giallorossa in passato (ai tempi dell’Effecì), in particolare l’anno della ‘ripartenza’ del 2006, quando i papabili per la panchina erano Cavasin, Capuano, Indiani e Domenicali (poi si optò per quest’ultimo).
(ESTRATTA dal filmato di “A tutto Grifo”)
Affrontiamo il Pontedera del tandem d’attacco Grassi – Arrighini: il primo, attuale capocannoniere del torneo con 8 reti, seguito dal compagno, con 6 centri. Senza lo squalificato Ferraro (oltre a Marchi, a centrocampo), presumibilmente toccherà ad Orchi prendere la pesante eredità del capitano, proprio contro i toscani. Senza dubbio, questo costituirà uno stimolo ulteriore per il difensore Scuola Roma, già responsabilizzato durante la gestione Cozza, con quella fascia da capitano a Carrara, lo scorso anno, dopo settimane di panchina e tribuna. Un difensore giovane, valido, che con ogni probabilità affiancherà Rigione nel pacchetto arretrato (entrambi intervenuti ai microfoni dei giornalisti proprio ieri), gettato nella mischia al “Curi”. Per lui si profila l’esordio dal primo minuto al “Ceravolo”, a meno che Brevi non preferirà puntare su qualcos’altro. Rigione – Orchi, una coppia difensiva di ventenni, a differenza delle passate stagioni, con reparti formati da veterani, come Ciardiello, Pastore, Zappella, Zini Ballanti, Di Meglio, Caccavale, Di Maio, Ciano, Sirignano, Mariotti, Accursi e lo stesso Ferraro. Teniamoci cari i nostri ragazzi, specialmente se talentuosi. Questi saranno giorni decisivi per ritrovare la serenità (comunque mai messa a repentaglio, crediamo) e uscirne fiduciosi, riprendendo quel percorso fin qui condotto. Stiamo lavorando bene, rialziamoci.
Cosimo Simonetta