Ammettiamolo, tutte le testate locali avrebbero voluto esordire, nel battere il pezzo sulla gara, con frasi del tipo “Buona la prima!” o similari; sicuramente, qualcuno aveva già immaginato un titolo ad effetto oppure un’uscita appropriata. Invece, a pochi minuti dal termine, è stato necessario cancellare quanto preparato come incipit all’articolo e proporre un prologo diverso, così come l’epilogo della gara, ha spiazzato tutti, addetti, tifosi, calciatori.
Certo, nessuno avrebbe preteso i fuochi pirotecnici, né si sarebbe spellato le mani per applaudire una prestazione eccellente che, di ‘eccellente’, non ha avuto nulla: c’è qualcosa da rivedere. Meccanismi da oliare, intesa da ritrovare, concentrazione da non perdere. Ma, ovviamente, la partita perfetta, alla prima di campionato, non può giocarla nessuno, è naturale che sia così. Il Catanzaro ha un’ottima squadra: Brevi ha apportato un’idea di calcio ordinato, ‘pulito’, senza sbavature, puntando su alcune individualità (la conferma di Russotto e Fioretti e Fiore in corso d’opera, la scoperta di Martignago, la sicurezza di capitan Ferraro e la versatilità di Catacchini) e sul collettivo. Altresì, è mancato qualcosa, anzi, ‘qualcuno’. A rigor di logica, nessuno (noi per primi) deve permettersi di impartire lezioni a chi di calcio vive, lavorandoci quotidianamente; però è oggettivo che, in un gruppo, la figura del classico ‘numero 4’ di carattere, qualità (e magari esperienza) è fondamentale. A tal proposito, strizziamo l’occhio alla scelta di mercato operata dalla società, per aver probabilmente (… sicuramente?) trovato quel tassello che manca a questo centrocampo: un catalizzatore che tampona, prende palla, imposta, da una mano dietro, con personalità. Senza nascondersi dietro un dito, non intendiamo assolutamente delegittimare la figura del bravo Uliano, il quale però, non ha fornito quella prova di carattere che ci si attende da chi opera in quella porzione di campo: se giochi in mediana, non puoi restare quasi nell’anonimato, limitandoti al compitino, senza infamia e senza lode; serve la voce grossa, i contrasti duri (nei limiti del possibile!), la personalità nel mandare in porta il compagno che alza la mano e ti fa cenno, in una frazione di secondo. In ogni caso, siamo ottimisti e fiduciosi, si sta lavorando bene e, fidatevi, facciamo tesoro di questo pareggio, di questa prestazione, più della vittoria a suon di gol giunta alla prima della scorsa stagione, contro il Barletta.
Poca cosa il Viareggio, che ha fatto ritorno in Versilia con un punto trovato per caso, grazie ad un dubbio rigore, dopo una partita durante la quale, pur non avendo sofferto moltissimo gli attacchi giallorossi, non ha prodotto nulla di interessante in avanti, fondamentalmente. Una squadra che, in attesa di un’eventuale smentita nelle prossime settimane, non avrà grosse ambizioni, né aspettative da questo torneo, ed è questo che un po’ ‘sfalserà’ il campionato, registrando, presumibilmente già dopo novembre, due campionati in un uno, con una “corsia di sorpasso” per chi ha intenzione (e possibilità tecniche ed economiche) di aggiudicarsi il traguardo o, per lo meno, i Play Off (con otto posti a disposizione, “venghino signori, venghino”) e una “corsia a tratto limitato”, fatta di un’andatura lenta, costante.
Applausi per Martignago, il quale, dopo quanto messo in evidenza nel pre – campionato, non stupisce più: il coniglio sbucato dal cilindro è meritevole di ogni elogio, vale il prezzo del biglietto, come si suol dire!
’10 +’, infine, alla Massimo Capraro, che lo diciamo a fare?!? Una prova ultras superlativa: goliardia e mentalità allo stato puro, durante l’improvviso blackout del primo tempo, inscenando quella coreografia da concerto; una tifoseria di ben altra categoria e non lo diciamo perché ‘siamo di parte’: chiedete in giro per l’Italia, dai campetti dissestati di periferia, ai templi del calcio.
Ben tornato campionato. Forza Cosentino, avanti ragazzi!
Cosimo Simonetta