Dopo appena quattro partite dall'inizio del campionato, siamo pronti per il primo scontro diretto tra la squadra giallorossa guidata da Vincenzo Vivarini reduce da una stagione passata trionfale e quella Crociata allenata da Fabio Pecchia, la seconda con l’obiettivo dichiarato della promozione in Serie A. In questa settimana di stop per dar spazio alle nazionali e convocati D’Andrea e Krastev con le rispettive nazionali, in città non si fa altro che porsi una domanda: chi uscirà vincente dallo stadio “Nicola Ceravolo”, il Catanzaro desideroso di riscrivere la storia o il glorioso Parma? Nelle prime quattro giornate di campionato abbiamo visto entrambe conquistare tre vittorie e un pareggio, posizionandosi così in cima alla classifica con 10 punti a testa. La squadra calabrese attualmente prosegue sulle orme tracciate la passata stagione “quota 101 goal segnati” continuando a fregiarsi del migliore attacco del campionato anche in Serie cadetta: 9 goal segnati e 4 reti subite in 3 partite, dopo il pari ad occhiali maturato nella prima giornata contro la Cremonese di Ballardini. Guidano la classica marcatori in casa giallorossa Biasci e Vandeputte con 2 reti a testa, seguono Pompetti, Iemmello, Donnarumma e Verna.
Nell’articolo odierno come match analyst della redazione presenterò il tecnico Fabio Pecchia e tatticamente l’avversario giallo-blu emiliano spiegando concetti di natura tattica visti nel match vs Cittadella e Reggiana.
Dopo l’ennesimo esperimento negativo della difesa a tre, il Parma riparte dalla linea a quattro.
Partendo dallo schieramento in campo, il riferimento su cui costruisce la rosa gialloblù Pecchia, è il 4-2-3-1 (utilizzato Cremona), sistema di gioco che Pecchia ha appreso dal suo “maestro” Rafael Benitez, e il 4-3-3 utilizzato nell’esperienza sulla panchina dell’Hellas Verona (2016-17), culminata con la promozione in serie A. La difesa a quattro, dunque, è la certezza su cui piantare nell’attuale stagione le radici del futuro. A Pecchia e al suo staff l’arduo compito è quello di forgiare un gruppo e trasmettergli una mentalità vincente e un’identità tattica che possano riportare il sorriso e la felicità sui volti di una tifoseria e uno spogliatoio che da tempo vivono solo delusioni di campo e societarie. Spostandoci sul tema principale, il campo di gioco, nell’immagine catturata possiamo notare come la linea a quattro di difesa sfrutti la stessa giocata del nostro Catanzaro utilizzando il portiere con i piedi fuori dall’area di rigore come difensore aggiunto sfruttando ampiezza di campo con i quarti. Notiamo come si abbassa il vertice basso “CC” che riceve palla dall’estremo difensore allineato al centrale di sinistra e come il quarto di destra si abbassi attaccando in superiorità numerica la profondità di campo.
In fase di Non Possesso la linea difensiva rimane sempre molto compatta. I due difensori centrali si scaglionano per andare a prendere un uomo fuori della propria zona di competenza, questo grazie anche ai mediani che si abbassano molto davanti alla linea difensiva in fase di non possesso. La linea di copertura risulta essere unica e compatta. Quando un terzino esce sul portatore, il terzino opposto si stringe molto vicino ai due centrali, pronti per eseguire una diagonale difensiva lunga scappando insieme all’uomo da marcare che si muove in profondità.
Continuando con un’immagine che rappresenta un’azione di natura offensiva, il Parma porta quattro uomini in zona di rifinitura, con diverse modalità. Quando si portano tanti uomini in zona palla in rifinitura, si cercano triangolazioni strette soprattutto sugli esterni, per cercare di liberare un trequartista o un terzino che si sovrappone. Molto utilizzato anche l’attacco diretto con un lancio in profondità direttamente da un difensore o da un centrocampista che si abbassa. In alternativa la punta taglia “come rappresentiamo nell’immagine sottostante” facendo lo stesso movimento, oppure in mezzo ai due centrali, quando i trequartisti esterni si abbassano e si stringono cercando di far uscire i terzini dalla linea difensiva.
Rinnoviamo anche nell’attuale stagione la rubrica sui concetti tecnici e tattici. In questo appuntamento parliamo della rimessa laterale. Come si esegue una rimessa laterale?
Al momento di lanciare il pallone, il calciatore incaricato deve: stare in piedi rivolto verso il terreno di gioco, avere, almeno parzialmente, i due piedi sulla linea laterale o sul terreno all’esterno, lanciare il pallone con entrambe le mani da dietro e al di sopra della testa, dal punto in cui è uscito dal terreno di gioco. Tutti gli avversari devono stare ad almeno due metri dal punto della linea laterale da cui la rimessa dalla linea laterale deve essere eseguita. Il pallone è in gioco quando entra sul terreno di gioco. Se il pallone tocca il suolo prima di entrare, la rimessa dalla linea laterale dovrà essere ripetuta dalla stessa squadra e dalla stessa posizione. Se la rimessa dalla linea laterale non viene eseguita correttamente, dovrà essere eseguita dalla squadra avversaria.
L'approfondimento integrale insieme a pillole tattiche di match analysis, aneddoti e dati statistici, nel Settimanale in edicola o in formato digitale: