Si dica che abbiamo camminato al fianco di Geppino Martino. Certi uomini sono destinati a restare nella storia, a divenire figure leggendarie una volta mancate, per ciò che hanno dato alla gente, in vita. E Giuseppe “Geppino” Martino è stato un pilastro per la città di Catanzaro, un’istituzione, lui che un’istituzione l’ha anche presieduta. Presidente della Provincia nonché medico sociale dell’US Catanzaro, Geppino era persona amabile, che aveva guadagnato stima e affetto di tutti proprio per il suo garbo e la sua eleganza, diffondendo passione, la stessa per il suo lavoro e per le Aquile, di cui era elemento cardine, in quella che veniva definita “baracca”: da qui il titolo di uno dei suoi libri, “La baracca delle Aquile” per l’appunto, pubblicato nel 2013 al cui interno trovare racconti e aneddoti dei suoi 35 anni in giallorosso, da calciatore prima e da dottore poi.
Geppino Martino se n’è andato pochi giorni fa e la città gli ha tributato l’estremo saluto nel pomeriggio di ieri, presso la chiesa di San Giovanni. Una città intera, stretta attorno ad un suo simbolo, però è stato inevitabile notare delle assenze importanti: nessuna delegazione da parte della Provincia e proprio dell’US. Affida il suo rammarico ad una lettera l’Associazione “Catanzaro nel Pallone” a firma di alcune delle vecchie glorie del Catanzaro, diramata in mattinata, che riportiamo fedelmente:
“C’era una volta il Catanzaro, quello che oggi non c’è più, perso nei meandri dei tanti social da seguire e fa autogol perdendo contatto con la realtà di sempre, quella che ha reso grande il nome della Città grazie alla sua squadra di calcio ed ai suoi protagonisti. Nella centralissima chiesa di San Giovanni in cui, nel corso degli anni, abbiamo assistito all’addio alle fatiche terrene di tantissimi giallorossi doc (don Nicola Ceravolo, Guglielmo Papaleo, Raffaele Amato tra i tanti) è toccato salutare anche il medico sociale di sempre, l’istituzione Geppino Martino, signore dalle riconosciute doti umane e professionali, l’emblema del medico sportivo. Il prof. Martino, trentatrè anni al servizio dell’U.S. Catanzaro e complessivamente cinquanta al servizio dello sport e della collettività sofferente, prima di cimentarsi nella politica del fare, dell’U.S. Catanzaro ha vissuto ascese, cadute e risalite ma sempre nell’ombra, dispensando consigli e dando sollievo a tutta la grande famiglia giallorossa, ha appena salutato tutti i giallorossi ma non è stato salutato da tutti. Strideva l’assenza eccellente della sua società di sempre. L’U.S. non c’era: assente, lontana, mancante. Sul feretro nessuna sciarpa, ma nemmeno un nastrino giallorosso a ricordare i colori che ha amato e servito. In chiesa, per l’estremo saluto, tanti dei suoi ragazzi, via via curati e sanati. C’erano tanti amici, coi quali ha condiviso gioie e vicende terrene. C’erano tante persone normalissime che con Lui non avevano alcun rapporto se non quello comune del vessillo giallorosso. C’era Masino Amato, col quale ha sempre fatto coppia. Il popolo giallorosso, come sempre, c’era. Mancava la società giallorossa, purtroppo non rappresentata da alcuno dei suoi numerosissimi esponenti. Così come mancava il gonfalone della Provincia, lontana poche centinaia di metri, dove Martino fu prestigioso presidente per diversi anni. Il dispiacere dell’Associazione Catanzaro nel pallone è indignazione verso chi gestisce il presente dimenticando le radici, il Passato che ha contribuito al presente. I valori, i sentimenti non possono essere merce rara, hanno fatto grande il nostro Catanzaro. Quello di oggi sarà anche il Catanzaro ma è sempre meno nostro. E noi non ci stiamo”.
Associazione Catanzaro nel Pallone e Amici di Sempre a firma di: Massimo Palanca, Adriano Banelli, Albino Barbuto, Enzo Minicelli, Pino della Torre, Salvatore Belfatto, Egidio Belfatto, Vanni lo Giudice, Michele Spagnuolo, Rotundo Ezio, Franco Chiarella, Edoardo Bisurgi,Cesare Mauro.
Pronta la replica del Catanzaro Calcio, con scuse annesse da parte dello stesso presidente Floriano Noto a nome dell’US:
“Non c’è bisogno di tanti giri di parole. Quando si sbaglia bisogna riconoscerlo e chiedere scusa. Scusa alla memoria di un uomo che meritava il giusto tributo per ciò che ha rappresentato per Catanzaro sportiva e che come società non abbiamo concesso fino in fondo. Abbiamo provveduto ad esprimere subito il cordoglio per questa dolorosa perdita – prosegue Noto – e abbiamo ricordato Martino prima della gara con l’Andria. Poi a causa di un ingiustificabile difetto di comunicazione interna non siamo riusciti ad essere presenti ai funerali. Un’assenza imperdonabile per la quale, ancora una volta chiediamo scusa”.