Non riesce la vendetta alle Aquile ai danni delle Streghe. Benevento e Catanzaro si “dividono” un punto: è 1-1 il risultato finale. Risultato che dovrebbe essere giusto, anche se oggettivamente c’è stata una supremazia dell’US che ha tenuto il campo davvero da grande squadra. Basti pensare che Bindi in tutta la partita ha fatto una sola parata (al ‘3 minuto), senza contare il gol preso. Un Catanzaro anche abbastanza sciupone soprattutto nell’arco del primo tempo che torna con un punto ottenuto su un campo comunque difficile.
Tra i padroni di casa Some non recupera, Melara sì e a sorpresa Eusepi si accomoda in panchina. Il Benevento scende quindi in campo con un 4-2-3-1. In porta Piscitelli; linea difensiva composta da Celjak, Lucioni (al posto di Padella), Scognamiglio e Pezzi; Vitiello e Doninelli in mediana; Melara, Campagnacci e Alfageme a supporto dell’esordiente Marotta. Mister Moriero, invece conferma l’undici che ha sconfitto sabato scorso la Juve Stabia. Modulo speculare 4-2-3-1: Bindi; Daffara, Rigione, Ferraro, Di Chiara; Vacca (che è davvero il Pirlo della Lega Pro, migliore in campo per distacco su tutti) e Maiorano; Pagano, Ilari e Barraco a supporto di Silva Reis.
Pronti-via e Catanzaro vicino al gol con Daffara che impegna Piscitelli con un bolide dai trentacinque metri. Il Benevento reagisce e un paio di minuti dopo si fa pericoloso con una punizione di Campagnacci smanacciata da Bindi non troppo sicuro. La partita si addormenta un po’. Poi intorno alla metà del primo tempo la squadra di Moriero si rende pericolosa in contropiede con Barraco che sciupa da discreta posizione. Ancora l’esterno dei giallorossi va’ vicinissimo al gol su uno schema su punizione, ma Piscitelli si fa trovare pronto. Pochi istanti dopo è la volta di Rigione che viene anticipato prima di depositare la palla in rete. Ma si sa, la legge del calcio è spietata e dopo un paio di situazioni sbrogliate all’ultimo, il Catanzaro subisce una rete evitabile su calcio d’angolo al minuto 35: è Scognamiglio a svettare più in alto di tutti, non marcato a dovere dalla difesa calabrese, con Bindi che esita nell’uscita. Il primo tempo finisce senza più emozioni.
Nel secondo tempo è chiaro sin dall’inizio che gli ospiti non ci stanno e lentamente alzano il proprio baricentro. Al’54 il primo cambio: fuori Ilari dentro Russotto, schierato subito dietro la prima punta, dove predilige di giocare e in quella posizione conferisce un cambio di marcia non indifferente. Tre minuti più tardi arriva il meritatissimo pareggio: Barraco scodella in mezzo, dove pesca un avanzatissimo Rigione che in qualche moda gira verso Pagano, il quale la volo insacca alle spalle di Piscitelli. Il Catanzaro inizialmente non si accontenta e si riversa in maniera nella metà campo avversaria anche senza creare occasioni da rete. La partita non produce altre situazioni offensive, ma solo cambi: Martignago per Barraco, Eusepi per Melara, Bassini per Pezzi e Agey per Marotta. L’ultimo cambio è il sintomo che a Mister Brini il pareggio poteva andar bene, togliendo una punta per un centrocampista. All’ultimo respiro, però il Catanzaro sciupa una buona palla-gol con Pagano che, esausto, calcia debolmente dal vertice sinistro dell’area di rigore fra le braccia di Piscitelli.
Settimo pareggio in venti gare al “Vigorito”: Obiettivamente si è visto un ottimo Catanzaro che può dire davvero la sua in questo torneo, capace di recuperare il gol di svantaggio, prodotto dall’unica disattenzione difensiva, unico neo di questa partita. Buon punto ma se fossero stati tre non si sarebbe rubato niente.
Ferdinando Capicotto