Il cielo è giallorosso, i colori più belli sono di nuovo in alto, nei nostri cuori, nelle nostre menti, in cielo per chi non è più tra noi: proprio durante la festa del papà, la festa che ci ricorda i nostri Padri che ci hanno insegnato ad amare il Catanzaro. A loro va la nostra dedica, a quanti hanno potuto godersela a Salerno e quanti hanno goduto diversamente di tanta felicità, ugualmente in mezzo a noi. Gli occhi non trattengono le lacrime di gioia, così come è capitato a capitan Martinelli e tutto un popolo risorge dalla propria gloriosa storia grazie ad un imprenditore con la I maiuscola ed alla sua famiglia che ha arricchito un territorio e restituito la grandezza che merita ad un simbolo di riscatto che ha rappresentato un’intera Regione e che ora si appresta a ripercorrere antichi fasti. E’ il Catanzaro della famiglia Noto: Floriano, Gino e Desiderio, il Catanzaro dei record continentali che ha scalato la montagna angusta della terza serie per approdare al secondo gradino, in attesa di ripercorrere la strada che porta alla felicitA'. Quella felicità incontenibile che domenica ha straripato in ogni dove, in Italia, in Europa, nel resto del mondo perché diciamolo, siamo ovunque!
“Le Aquile del Sud, il timore del Nord” sono tornate a dominare e ritrovano una cadetteria irrobustita da format televisivi, da Sky da tutto il circo mediatico che avrà modo di stropicciarsi gli occhi innanzi a tanta passione perché forse l’hanno dimenticato, ma noi no, lo sappiamo benissimo: “Noi siamo il Catanzaro!”. Da diciannove anni lontani dalla serie B: anni ricchi di gincane e di una sola promozione conquistata grazie alla caparbietà del patron della GICOS che ha avuto il grande merito di consegnare alla famiglia Noto un Catanzaro onesto e soprattutto privo di rogne contabili. Ora lui non c’è più, ma merita certamente un ringraziamento da parte di tutti gli appassionati. La memoria è un metro di giudizio del rispetto che si nutre verso il prossimo e Catanzaro non dimentica Giuseppe Cosentino e la figlia Gessica che personalmente curò il passaggio di consegne a chi oggi ha portato in alto lo scettro delle Aquile del Sud.
Il Catanzaro riparte da un team granitico, da professionisti che occupano i posti giusti, da alchimie che non vanno toccate per non ripetere gli errori del passato, laddove anziché consolidare, si rivoluzionò rompendo il giocattolo. Per assurdo ci tocca ringraziare il Sig. Mazzoleni e il VAR di Padova se da lì è nata una macchina perfetta. Nella “pancia” dell’Euganeo, la forza per andare ad abbracciare un affranto Vivarini con la promessa di dover restituire l'abbraccio il prossimo anno in B e così è stato nella sala stampa dell’Arechi. E a proposito di abbracci bisogna ripartire da quello tra lui, mister Vivarini e Folriano Noto (in foto credit Area comunicazione US Catanzaro): tecnico e professionista di altri tempi che insieme al Suo Staff, dovrà assolutamente costituire una pietra fondante e intoccabile del futuro giallorosso. Un aBBraccio dal quale il Catanzaro ha l’obbligo di ripartire in cadetteria, per ambire a traguardi sempre più alti.
Della Dirigenza cosa dire: il DG Foresti ha seguito l’evolversi della sua esperienza triennale con due secondi posti: determinato con un genoma focoso che appartiene più al sud che alla sua terra di origine, ha lottato come un leone per raggiungere l’obiettivo. E poi Giuseppe Magalini che ha dipinto un’opera d’arte operando in modo chirurgico e professionale con innesti di qualità, funzionali al capolavoro di questo Catanzaro: poco avvezzo ai riflettori, uomo di grande sostanza.
Infine, il Popolo giallorosso che merita ancora una volta un plauso per la passione esternata con la massima civiltà. E il campionato non è finito, c’è ancora tempo per divertirsi e abbracciarsi per continuare insieme verso altri traguardi.
Avanti tutta Catanzaro!