Il Catanzaro inciampa due volte consecutive, al "Sinigaglia" ed al "Ceravolo", in due match dove i giallorossi non sono stati inferiori all’avversario di turno, ma che hanno terribilmente sofferto il gioco duro ai limiti della regolarità in entrambe le volte. Purtroppo i ragazzi di Vivarini hanno pagato care le tre defaillances difensive che sono costati zero punti in due gare, ma questo è il campionato di serie B, complesso, irregolare ma quantomai avvincente. Il Catanzaro è protagonista, questa è una certezza e i timori di due sconfitte amare per come maturate, non devono intimorire né far scemare l'entusiasmo verso una squadra che gioca a calcio e questo inizia a dare fastidio.
Rispetto alla sfida sul lago, la sconfitta al cospetto del Modena di Mister Bianco ha il sapore ancora più amaro sia per come maturata, sia per la manovra sensibilmente migliorata rispetto alla gara offerta contro i Lariani. Purtroppo, dopo il gol realizzato dal solito Vandeputte, Donnarumma e poi il subentrato Ambrosino non sono stati cinici come Bozhanaj che viceversa non si è fatto pregare due volte prima di beffare Fulignati. Probabile colpa, la delusione per la traversa, i giallorossi non hanno saputo mantenere la giusta concentrazione permettendo una ripartenza senza ostacoli: troppi metri conquistati senza fatica dai portatori di palla, una costante questa pericolosa. Delusione contenuta nei diecimila cuori (e non solo) presenti al "Ceravolo" che hanno dimostrato la solita maturità. Una beffa immeritata, che non deve dare una lettura troppo severa alla gara: se il pallone calciato da Ambrosino fosse finito in fondo al sacco, la traduzione del match sarebbe stata totalmente differente.
E' il caso ricordarsi che finora il Catanzaro, tranne che nel caso della capolista Parma, non è stato inferiore a nessun team finora incontrato. In sala stampa il mister ha rivendicato la mancanza di tutela arbitrale per chi fa del gioco il proprio distintivo, sottolineando la pulizia del gioco espresso dai suoi uomini: ma a questo punto sarebbe il caso di un serio cambio di strategia. La cattiveria, possibilmente orfana di cartellini gialli, è un obbligo e, come predica spesso il mister, il gioco senza palla è ancora più importante di quando si è in possesso. Se poi ci scappa il cartellino, poco importa! Molto meglio un cartellino giallo che un gol.
L’assenza di Verna è sembrata pesare oltremodo, certificando il ruolo vitale che il centrocampista recita sia in sede di filtro che di costruzione del gioco. In chiaro-scuro l'apporto nel complesso di Stoppa, offre l’assist per il vantaggio ma poi si dimentica di verticalizzare mandando in porta il già lanciato Donnarumma. Insomma ci può stare, anche perché non sempre si può pretendere la perfezione e le convinzioni del mister in questo primo scorcio di campionato non possono e non devono essere cestinate per colpa di un incrocio. Calma e concentrazione senza farsi condizionare dagli episodi che ora girano male: nelle scorse gare il Catanzaro ha dimostrato di saper reagire allo svantaggio, si dovrà tornare a quella consapevolezza, alla giusta determinazione e soprattutto alla giusta cattiveria in campo.
Ripartire subito dalla certezza di essere una squadra con un gioco che tutti ci invidiano, il Catanzaro grazie al grande lavoro di mister Vivarini ha un suo gioco ed i contenuti per riuscire a recitare il ruolo che gli compete in questo campionato e quale occasione migliore la gara in Laguna? Le Aquile a Venezia dovranno avere la forza di non bendarsi come la dea che le ha tradite, ma continuare a fare quello che riesce meglio, la manovra, magari con più cattiveria e soprattutto con la consapevolezza di essere più che mai vive. Si, così come è vivo l’entusiasmo di chi ama i colori più belli del mondo e che riempirà anche il "Pier Luigi Penso".
Avanti tutta Catanzaro, ricominciamo a volare!