I giocatori giallorossi corrono sotto la curva a fine derby I giocatori giallorossi corrono sotto la curva a fine derby

Un trittico d’autore con Cittadella-Bari-Cosenza, fa "nove" come Iemmello | Il Punto

Scritto da  Giuseppe Mangialavori Mar 05, 2024
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Nove punti in nove giorni, determinante sempre lui , il bomber capitano delle Aquile, col numero 9 Pietro Iemmello. 

Il Catanzaro targato Noto-Vivarini giganteggia di nuovo e non si pone più limiti. Un trittico d’autore targato Cittadella-Bari-Cosenza. Nove punti in tre partite, di cui due in trasferta con il derby a coronare le gesta di capitan Iemmello che impone la legge del bomber, quel numero 9 che da anni mancava in casa giallorossa. Il patron Floriano Noto (in foto accanto a Guarascio prima della gara) che si stropiccia gli occhi innanzi a tanta bellezza e al “San Vito Marulla” a fine gara si reca innanzi al settore ospiti per condividere la felicità insieme ai tifosi giallorossi sempre più ubriachi di gioia. L’unica consolazione per i locali, la parata su tiro dagli undici metri di Biasci che, paradossalmente, ha fatto emergere tutta la rabbia cumulata dall’estremo difensore bruzio Micai.

Un "San Vito-Marulla" stracolmo in ogni settore, oltremodo desideroso di rivincita e di scrivere una storia importante, si è ritrovato abbandonato anzitempo: Iemmello-Biasci ancora letali, così come era accaduto nel derby d’andata. Una motivazione forse eccessiva quella cosentina, quasi tensione come quella che emerge da Tutino al momento del tiro che gli ha causato l’infortunio dopo appena un giro di lancette dall’inizio del match. E pensare che al "Tardini" i ragazzi di mister Caserta avevano bloccato la capolista Parma costruendo un degno prologo al derby di Calabria. Il Catanzaro dall’altra parte, dopo la sbandata dovuta al clima particolare creatosi durante il mercato di riparazione, ha rialzato la testa ricominciando a macinare vittorie e prendendosi rivincite gustose di cui l’ultima contro quello stesso Bari che due anni addietro aveva festeggiato la conquista della serie B proprio al "Ceravolo". Ma la riconquista della serenità smarrita, ha compattato ancora di più un gruppo eccezionale che ha gettato via la maschera ed una volta conquistata la matematica salvezza, marcia compatto verso altri lidi che nessuno ha il coraggio di pronunciare. Troppo bello! La valanga giallorossa guarda avanti e ne ha tutto il diritto, ora sarebbe un peccato imperdonabile non tentare quello che poteva sembrare impossibile. Ma torniamo a volare basso con il sorriso tra le labbra e senza pressioni che sarebbero inopportune nonché controproducenti...

A Cosenza la squadra ha saputo proporre il proprio gioco corale ed in questo senso Ambrosino, uno dei migliori in campo insieme a Situm, ha fatto reparto da solo, mettendosi al servizio dei compagni. Ma in una gara perfetta sarebbe un errore non nominare la forza dell'intero gruppo attorno al comandante Vivarini che è riuscito ad ovviare anche all’assenza pesante di Antonini nell'occasione. E con un Petriccione sempre più direttore d’orchestra, la musica è sempre più giallorossa. 

Unica nota stonata, gli incidenti post partita che hanno rovinato una giornata che è stata di sport. Non è nostra intenzione vestire i panni dei demagoghi, ma in una regione già dilaniata e rigettata dai contesti esterni ai confini regionali, fomentare odio, offende la nobile storia della nostra terra e consegna all’ignoranza il futuro dei nostri figli. Non abbiamo bisogno di guerre, perché di ne stiamo vivendo fin troppe, da laboratorio o reali, sempre meno proiettati alla ricerca della intelligenza naturale, ricorrendo piuttosto a quella “artificiale”. Riappropriamoci di noi stessi, anche perché lo sport potrebbe rimanere - forse - l’unica isola felice a nostra disposizione.

Ed ora la Reggiana che, come l’Ascoli di Castori, caratterizzò nella Città del Tricolore il momento “no” attraversato dai giallorossi. Come sempre, non sarà una partita facile, ma le Aquile dovranno gettare il cuore oltre l’ostacolo, così come hanno già imparato a fare.

Avanti tutta Catanzaro, al cuor non si comanda!

 

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