Una gara particolare non solo perché le due squadre si sono affrontate in tutte le categorie professionistiche ma anche perché hanno lo stesso comune obiettivo: vincere e tornare a respirare aria di grande calcio
UNA STORIA DA OSCAR
Quel grande calcio che l’Avellino mostrava a tutta Italia a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 quando, proprio come il Catanzaro, rappresentava il sud Italia. Dieci campionati di serie A, l’ottavo posto del 1987 e una semifinale di Coppa Italia nonché la benedizione di quello che è considerato uno dei più grandi giornalisti italiani, Gianni Brera che definì l’Avellino “la più bella realtà del calcio di provincia della storia italiana”. Tante soddisfazioni in campo, tanti giocatori che hanno fatto la storia del calcio italiano, una bella favola che è riuscita a mitigare la tristezza per quel violento sisma che la colpì nel 1980, proprio nel pieno dell’epopea calcistica biancoverde. Una società rimasta iconica nel calcio di provincia, e simpatica a molti tifosi neutrali nonché citata in alcuni film importanti della cinematografia italiana come “Eccezziunale veramente” o la serie firmata dal premio Oscar Paolo Sorrentino “The young pope”.
JUARY E QUEL GOL TRISTE
Tanta serie A, effetto simpatia, citazione nei film: quante analogie tra Avellino e Catanzaro. Sempre meno degli scontri diretti sul campo; sono 16 in Campania, disputati in tutte le categorie ma con la stessa, medesima costante: il Catanzaro ha sempre avuto enormi difficoltà al “Partenio”, vincendo una sola volta. Ed è il precedente più recente, quello della scorsa stagione quando al vantaggio di Fella per i biancoverdi risposero Curiale e poi di Piazza autore di una doppietta per l’1-3 finale. Molto particolare invece il match del 23 novembre 1980: allo stadio “San Paolo” di Napoli – il “Partenio” era usato come centro per gli sfollati – i biancoverdi vincono 1-0 grazie al gol del mitico Juary. È il primo successo degli avellinesi dopo il sisma. Una partita storica, loro malgrado, che pur gli irpini non ricordano certo con gioia. Il contrario di quanto accade nel 1977 quando Chiarenza fu decisivo 1-0 ma alla fine sarà promozione per entrambe. Promozione in serie A dove le due compagini si affronteranno sei volte in Campania con zero gioie per i giallorossi per un bilancio generale che vede 10 successi biancoverdi, 5 pareggi (tre consecutivi tra il 1973 e il 1976) e il solo successo del Catanzaro già raccontato.
“MAMA” MIA CHE RICORDI
Un match, l’ultimo al “Partenio” che ha visto tra i protagonisti il grande ex della partita, il tecnico dei campani Piero Braglia che proprio giovedì contro il Catanzaro arriverà a quota 800 panchine, 34 delle quali allenando il Catanzaro e riportandolo in serie B dopo 17 anni. Se a questo si aggiungono le 142 presenze da calciatore con i colori giallorossi addosso ben si capisce il peso del suo essere ex. Meno arduo è il fardello che invece che porta Mamadou Kanoute che ha giocato “solo” tre stagioni in giallorosso condite da tanta corsa e tanti, forse troppi, gol falliti.
SINDROME DA PAREGGITE
Una tendenza quella dell’attaccante biancoverde che a Catanzaro sperano possa mantenere anche nello scontro diretto. Una partita definita big match benchè entrambe le squadre forse si aspettava fossero un più più su in classifica. E invece ci arrivano con sette punti e un percorso molto simile: una vittoria e 4 pareggi. Numeri che così come da queste parti anche ad Avellino stanno facendo storcere il naso poiché ci si aspettava di più. Ma i problemi non solo sul campo con il caso Sbraga prontamente smentito ma che proprio per questo fa pensare che qualcosa sia successo e che le voci di un acceso diverbio tra il difensore e Braglia siano appunto più di semplici voci e che le recenti esclusioni nelle convocazioni del difensore non siano casuali. Ma il tecnico avellinese deve anche dall’attacco dove sicuro non sarà della gara proprio Kanoute e rischiano di non esserci anche di Gaudio e Plescia. Micvoschi e Scognamiglio, guariti dai rispettivi infortuni, invece si accomoderanno al massimo in panchina. Alla luce di tutto ciò l’undici contro il Catanzaro non dovrebbe discostarsi molto da quello contro il Potenza, unico successo finora dei biancoverdi. Braglia pensa al suo solito 3-5-2, così schierato: Forte; Silvestri, Dossena, Bove; Ciancio, Carriero, Aloi, D’Angelo, Tito; Gagliano, Maniero.